Inaugurazione nuovo reparto di Senologia. Discorso del Commissario Straordinario Francesco Iudica

Eccellenza signora Prefetto, 

Eccellenza reverendissima, 

Onorevole Assessore 

Autorità  

a voi tutti il mio grato saluto per avere voluto accogliere l’invito che con il Direttore Amministrativo, d.ssa Sabrina Cillia e il Direttore Sanitario, dott. Emanuele Cassarà, vi abbiamo rivolto e onorare con la vostra presenza l’inaugurazione del nuovo reparto di senologia clinica e di screening dell’Umberto I.  Grazie Assessore anche per le parole di speranza che vorrà donarci e che accoglieremo come proiezione del suo impegno, certo non facile,  per assicurare alla Sicilia una sanità  in linea con gli standard nazionali,  universale nella sua offerta di salute, equa nella distribuzione delle opportunità di cura in tutti i suoi territori.
Grazie anche a tutti voi che accogliendo il mio invito siete qui presenti a condividere il raggiungimento di una tappa importante di un percorso che non avrà mai fine, quello di assicurare alla popolazione del nostro territorio una offerta sanitaria adeguata e di prossimità.
Un impegno, questo, per noi ancora più doveroso, eticamente più esigente, poiché qui, come nelle altre aree interne della Sicilia, la sanità pubblica è l’unico presidio di salute sul quale i cittadini possono contare.
Vale la pena ricordare quanto il Presidente Mattarella ha avuto modo di consegnare alla nostra riflessione nel suo ultimo saluto augurale per il nuovo anno:
Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive. 
Le differenze legate a fattori sociali, economici, organizzativi, sanitari tra i diversi territori del nostro Paese – tra Nord e Meridione, per le isole minori, per le zone interne – creano ingiustizie, feriscono il diritto all’uguaglianza. 
Ci guidi ancora la Costituzione, laddove prescrive che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni”.
Un dovere costituzionale fortemente sentito dalla classe dirigente di questo territorio, impegnata a farsi carico del grido di aiuto delle nostre popolazioni che chiedono parità di accesso alla sanità, ma che si scontra con la difficoltà, che è figlia della difficoltà ad acquisire risorse mediche, a garantire livelli essenziali.
Il provvedimento di recente adottato dal Governo Regionale che, adesso, apre alla possibilità di acquisire medici stranieri sarà certamente utilizzato anche da noi, ora che sarà possibile farlo, per attenuare le forti carenze che in alcune branche costringono a lunghe liste di attesa e a migrazioni sanitarie che  impoveriscono ancor di più i territori geograficamente marginali,  alimentano la desertificazione, spiegano l’inverno demografico che segna, speriamo non irreversibilmente, anche la nostra provincia.
Piccola, con una densità demografica bassissima che rende molto più complicato l’erogazione di prossimità dei servizi sanitari, eppure capace di performance di rilievo, frutto  della indomita voglia di non rassegnarsi al declino; di una abitudine millenaria a strappare palmo a palmo la terra all’aridità per renderla, e mantenerla, fertile; all’ancestrale imperativo morale di fare appieno il proprio dovere per potersi legittimare a chiedere agli altri che facciano il proprio; alla consapevolezza che, parafrasando Sturzo che lo diceva a proposito del meridione, il nostro futuro è nelle nostre mani, nei nostri sogni, nella nostra capacità di realizzarli attraverso la intelligente fatica e costruzione di alleanze.
Non si spiega forse in ragione di ciò che proprio ad Enna sia nata la prima ed unica Università privata della Sicilia che occupa già i primi posti nelle graduatoria di qualità dell’istruzione universitaria nazionale.
Con la Facoltà di medicina della Kore possiamo, vogliamo, dobbiamo, costruire una collaborazione che aiuti entrambe le due istituzioni ad adempiere al meglio alla propria missione.
Abbiamo già cominciato a farlo nella dimensione dell’interazione con il Corso di Infermieristica.
Quando e se il Governo regionale   – certo, non in un futuro immediato –   ritenesse già mature le condizioni per la trasformazione di questa dimensione, quella della interazione, in una perfetta integrazione, con la realizzazione di un Policlinico Universitario, troverà una struttura  – ancor di più: un sistema sanitario –  pronto ad affrontare la sfida della costruzione di un polo di eccellenza sanitaria  a vocazione mediterranea, strappando questa terra ad una condanna di perifericità e dando corpo ad una funzione che spesso è propria delle periferie del mondo, far fiorire uomini e istituzioni che ci confortino che un altro mondo è possibile.
Potrei, onorevole Assessore, citare molti esempi di piccoli primati che in molti ambiti segnano la nostra sanità.  Ma oggi è giusto dire di quel che nella prevenzione del tumore al seno gli operatori che vi sono dedicati sono riusciti  a fare.
Grazie all’impegno degli operatori del Centro Gestionale screening e dell’Unità operativa di screening senologico, affidati alle d.sse Ornella Blanca e Teresa Bizzini   – che hanno guidato i loro gruppo praticando l’essere, instancabilmente,  l’uno per tutti e tutti per uno e dunque, ringraziando loro ringrazio tutti i loro collaboratori –  l’ASP di Enna ha raggiunto quest’anno la miglior performance in Sicilia di adesione allo screening, il 54% a fronte di un dato regionale stimato del 26%. Se riflettiamo che nel 2019 questo dato era appena del 17% e che nell’anno appena trascorso esso si è, dunque, più che triplicato, è possibile rendere l’idea dello sforzo di programmazione e di gestione che è stato compiuto.
Cosa è accaduto?
O, meglio -non io, ma tutti noi insieme attraverso il confronto di idee, l’apporto dell’impegno di ciascuno, la reciproca responsabilizzazione e consapevolezza che vincere la sfida di una prevenzione diffusa fosse possibile e e che, comunque, dovevamo impegnarci a farlo –   come abbiamo  operato?
Visione, investimenti, gioco di squadra, voglia di futuro sono le parole che riassumono questo cammino e spiegano i risultati raggiunti. Abbiamo rafforzato le strutture dotandole di personale medico, sanitario ed amministrativo ed abbiamo assegnato loro obiettivi sfidanti, coerenti con la vocazione di una azienda sanitaria locale che vede nella prevenzione l’ubi consistam sul quale costruire la propria offerta sanitaria. Abbiamo costituito l’unità operativa di screening senologico come struttura autonoma ed esclusivamente dedicata alla prevenzione ed alla clinica senologica.
Ci siamo costantemente interrogati, analizzando i dati dei risultati raggiunti, cosa fare per favorire l’adesione del maggior numero di donne alle proposte di prevenzione, in un territorio in cui i dati, perché sempre e solo su questi abbiamo fondato i nostri progetti, dimostrano come la partecipazione allo screening sia esattamente proporzionale alla vicinanza del luogo di erogazione: altissima ad Enna e nel suo immediato hinterland; via via meno significativa mano a mano che ci si allontana dalla città capoluogo.
Da qui la decisione di duplicare i punti di accesso, prevedendone nell’immediato futuro un altro a Nicosia, a copertura dell’area nord,  e attivando nell’immediato una iniziativa di screening diffuso, portando in ogni città una camper della LILT che ha consentito di offrire a 1.285 donne, che probabilmente mai si sarebbero recate ad Enna, la possibilità di sottoporsi all’esame di screening.
Lo abbiamo fatto grazie anche alla collaborazione con i sindaci della provincia che hanno svolto un ruolo prezioso nella semplificazione organizzativa e nella promozione dell’accesso all’opportunità che l’ASP ha fornito con il camper itinerante alle donne delle loro città.
Li ringrazio di cuore.
E, insieme ai sindaci, in quel gioco di squadra cui accennavo prima, le Associazioni di volontariato coinvolte perché potessero stimolare la partecipazione delle donne alla prevenzione della loro salute e che sempre più chiameremo ad un ruolo di protagonismo nelle politiche della sanità di genere che sono la misura della qualità della nostra capacità di cura. 
Piccoli segni annunciano che siamo già dentro un percorso virtuoso, gemme di una primavera che è epifania di obiettivi copiosi: il recente riconoscimento dell’Umberto I come ospedale amico delle donne, con la conquista di due bollini rosa rilasciati dalla Fondazione Onda,
la realizzazione di un percorso rosa nel P.O. di Piazza Armerina, che l’Azienda ha solo accompagnato, affiancando e sostenendo l’impegno delle donne medico del Pronto Soccorso   – magistralmente e maternamente guidato dalla d.ssa Raffaella Crescimanno –   e della direzione di quell’ospedale affidata alla d.ssa Politi, e che ringrazio di cuore. Proprio in quella città, per iniziativa della d.ssa Rosalinda Vitali, è di recente nata una sezione dell’Associazione Italiana Donne Medico. Non credo sia un caso, una coincidenza.
Un’altra associazione di tutela delle donne operate al seno si è di recente costituita nella nostra provincia, allargando le opportunità di solidarietà che accompagnano il doloroso cammino di chi è colpita dalla tragedia di una cancro.
Non è un caso, ma al contrario, è il frutto della consapevolezza che se l’organizzazione sanitaria sa essere al servizio delle donne   – che da noi costituiscono anche numericamente la parte preponderante dei livelli di responsabilità aziendale –  allora, solo allora la sanità è davvero una buona sanità.  Ma anche investimenti in tecnologie e in spazi accoglienti.
Nuove tecnologie che strutturano l’offerta sanitaria della nostra senologia come quelle che insieme oggi inauguriamo, di cui più avanti ci parlerà la d.ssa teresa Bizzini e che pongono la nostra Azienda fra le poche in Sicilia che ne possono fruire.
Ed ancora, spazi accoglienti, ispirati alla esaltazione della femminilità, tema realizzato dal maestro Alessandro Iudici con le opere  che accompagnano il percorso del reparto.
I lavori sono stai progettati dal nostro Ufficio Tecnico Aziendale (ringrazio in particolare l’ing. Cordovana, l’ing. Sottile, l’arch. Armenio e il geom. Catalano che ha diretto i lavori) che spero anche voi giudicherete eleganti, curati, perché la cura nell’accoglienza possa essere  segno della capacità di cura,  impegno di attenzione,  rispetto della riservatezza, del pudore,  patto di solidarietà,  affiancamento amichevole nel percorso di cura. 

E, infine, il futuro.
Enna è l’unica provincia che non ha una “Brest unit”.
So che non può e non deve essere una rivendicazione territoriale a giustificare la nostra richiesta di poterla avere: la programmazione sanitaria deve sempre più tenere conto dei bacini di utenza, dei dati epidemiologici e sempre meno dei confini provinciali.
Proprio la settimana scorsa al direttore del DASOE  – il dott. Requirez che come lei, onorevole Assessore ha guidato nel passato i percorsi sanitari ennesi, ragion per cui quel che oggi celebriamo non è che lo sviluppo di quanto voi già, prima di noi, avete ideato, progettato e realizzato –  ho chiesto di valutare la possibilità che lo STEN  – il servizio del trasporto in emergenza dei neonati –  dell’ASP di Enna venga individuato come servizio da potersi erogare anche per Caltanissetta e Caltagirone, che dista da Enna meno che da Catania, e dunque è più giusto che graviti su Enna, proprio perché l’organizzazione sanitaria deve misurarsi con l’interesse delle popolazioni e la sua sostenibilità epidemiologica, evitando di buttare risorse che, investite altrove, possono far crescere quantità e qualità dell’offerta sanitaria.
Non rivendichiamo, dunque, una “Brest Unit” per Enna, in ragione di un presunto diritto, ma lavoriamo incessantemente perché Enna abbia un numero di casi giustamente previsti dalla programmazione nazionale e regionale per poter avere nella propria organizzazione tale opportunità di cura per le donne di questo territorio.
Dal 2 luglio del 2021, era il giorno che Enna dedica alla sua Patrona, quando abbiamo accolto la Site Visit della Commissione per l’accertamento dei requisiti previsti per l’apertura di una Brest Unit ed abbiamo potuto individuare gli elementi di criticità, ci siamo messi subito all’opera.
La RMN per la mammella è ora operativa.
L’UOC di Oncologia ha attivato tutte le terapie previste nei protocolli terapeutici internazionali.
Sono stati adottati i PDTA atti a garantire la sicurezza delle cure delle pazienti che, in misura crescente, si affidano al nostro Ospedale.
Abbiamo stipulato una convenzione con il Cannizzaro di Catania, affidando al suo direttore, la professoressa Francesca Catalano, leader apprezzata della senologia siciliana, il solo segmento chirurgico del percorso di cura della donne ennesi, restando ancora alle nostre strutture la diagnosi e la cura post intervento.
A lei abbiamo affidato il tutoraggio della nostra azienda verso quell’obbiettivo di una “Brest Unit” ennese.
Subito dopo la d.ssa Bizzini  – che ci illustrerà le novità della senologia ennese –   sarà la prof. Catalano a illustrarci il percorso che siamo chiamati a fare e che dovremo dimostrare di saper fare.
Ascolteremo, poi, l’assessore Volo, esperta di sanità che questa terra, ha imparato ad apprezzare, impegnata in una sfida difficile, ma proprio per questo stimolante.

Quanto a noi, sapere di poter contare sulla sua guida autorevole e rigorosa, ci rende certi che, assecondandola con il nostro impegno e aumentando e migliorando la nostra produzione, potremo realizzare la nostra speranza di una buona sanità e potremo, per questo, dire di aver combattuto una buona battaglia

per la sanità pubblica

per questo territorio

per le donne

A tutti voi, ancora grazie. 

Francesco Iudica

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